Allora la storia dei Magi non è credibile? La risposta è no
perché la cometa che segnava la nascita di Gesù è un falso che prese piede nel
Medioevo.
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Fu infatti il pittore Giotto che, suggestionato da un’esperienza
personale, dipinse in un suo quadro i Magi (Adorazione dei Magi, Padova, Cappella degli
Scrovegni) e sullo sfondo una stella cometa. Come afferma Roberta Olson,
studiosa di storia dell’arte, Giotto rese la “stella di Betlemme” una cometa
perché ne aveva osservata realmente una anni prima. L’affresco risale al 1303
circa, e la cometa di Halley passò nel 1301. È vero che Matteo parla di una
stella generica, anomala, visibile in due periodi distinti: prima durante il
viaggio dei Magi verso Gerusalemme, poi durante il trasferimento a Betlemme, e
Giacomo ci parla di “una stella grandissima, che brillava tra gli astri e li
oscurava, tanto che le stelle non si vedevano più”. |
Anche nello Pseudo-Matteo si descrive “un’enorme stella[...] la
cui grandezza non si era mai vista dall’origine del mondo”.
Quindi di che stella si tratta? Questo enigma potrebbe essere
svelato. Molto probabilmente si tratta di una congiunzione Giove-Saturno avutasi
nel 7 a.C.: quell’anno i due pianeti si trovarono nel cielo uno vicino all’altro
per ben tre volte, come afferma Corrado Lamberti, direttore della rivista “Le
Stelle”, aggiungendo che la tesi è molto credibile in quanto sono state trovate
effemeridi babilonesi (tavolette col calcolo dei movimenti degli astri) relative
all’evento.
Nel 1603 l’astronomo tedesco Johannes Kepler osservò una
congiunzione fra pianeti che abbinati sembravano una grossa stella. Colpito da
questo evento astronomico calcolò se questo fenomeno poteva essersi verificato
anche nell’Anno Uno: la conclusione fu no, scoprendo però che una congiunzione
c’era stata più volte nel 7 a.C. Questo lo spinse a scrivere un trattato (De
anno natali Christi) in cui sosteneva che la data della nascita di Gesù
andava anticipata.
In effetti nel nostro calendario c’è un errore. Come tutti
sappiamo si inizia a contare gli anni dalla data della nascita di Cristo, l’anno
“0”, che quindi suddivide il tempo in due parti, gli anni precedenti e quelli
posteriori alla Sua nascita. L’errore sta nel fatto che Dionigi il Piccolo,
monaco del VI secolo, stabilì l’uso di contare gli anni dalla nascita di Gesù
partendo però da una data posteriore a quella vera. Oggi è ormai comunemente
accettato il fatto che Cristo nacque tra il 4 e l’8... avanti Cristo. Se le
cose stanno così abbiamo tre certezze: che intorno all’anno della nascita di Gesù ci
fu davvero una stella anomala; che questo astro apparve più volte a
intermittenza, come dice Matteo; e che certi astronomi orientali (”magi”)
l’avevano notato, come provano le effemeridi di cui parla Lamberti.
Quindi, ricapitolando, i Magi sono realmente esistiti, solo non è
scritto da nessuna parte che essi fossero tre; il Vangelo ci parla di “alcuni”.
Le immagini più antiche ne raffigurano a volte 2, altre 4 o 12, come osserva
Sforza Barcellona.
Adesso ci rimane da rispondere ad un ultimo quesito: qual’era la
loro patria? Matteo, molto genericamente, parla solo di “Oriente”. L’ipotesi più
accreditata attualmente è quella che provenissero da una regione dove il
mazdeismo aveva le sue radici: l’attuale Iran. Questo non esclude però altre
regioni come l’Iraq, dove furono trovate le effemeridi babilonesi, o la Penisola
arabica, unica regione che produceva tutti e tre i doni dei Re Magi (oro,
incenso e mirra), l’Arabia Felix (attuale Yemen e Sud Oman).
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