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I Re Magi: chi erano?

Non esiste presepe che non abbia anche i Re Magi, ma chi erano veramente e, soprattutto, sono davvero esistiti? La risposta è: si, sono esistiti davvero. Essi erano i sacerdoti dei Medi, un popolo montanaro che fu sottomesso dai Persiani nel VI secolo a.C., gli avi degli odierni Curdi. Lo storico greco Erodoto dice che questi sacerdoti interpretavano i sogni e studiavano gli astri. Non è chiaro che dio adorassero in origine, mentre si sa che in tempi storici praticavano il mazdeismo, religione che aveva il suo profeto in Zoroastro e il suo simbolo nel fuoco. Ma perché vengono definiti "Re"?

I Re Magi in viaggio

Di certo quegli astronomi nonché sacerdoti e indovini non furono mai re, fatta eccezione per un tale Smerdi, o Gaumata: strano mago donnaiolo e mutilato delle orecchie, il quale nel 522-521 a.C. privò, o meglio, rubò il trono con quindi anche il suo harem, a re Cambise II il quale era assente, quindi, col metodo più vecchio del mondo, cercò consensi al golpe abbattendo le tasse e concedendo l'esenzione dal servizio militare, tutto questo per la durata di tre anni. Dopo 7 mesi morì decapitato, non mantenendo la promessa. Da allora contro i magi scattarono persecuzioni e non fu più imitato.

Ai tempi di Gesù, però, l’Impero persiano era tramontato ormai da tempo ed avevano ripreso ad esercitare le loro funzioni.

Il testo di Matteo è quindi attendibile? Gli storici sono scettici.

«Matteo scrisse intorno all’anno 80, quando la religione cristiana si stava diffondendo fuori della Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i magi erano “gentili”, cioè pagani. Eppure secondo Matteo, seppero dell’arrivo del Messia prima del clero di Gerusalemme.» Questo è quanto afferma Mauro Pesce, docente di Storia del cristianesimo a Bologna.

Francesco Sforza Barcellona, docente di Storia del Cristianesimo all’Università di Roma-Tor Vergata aggiunge: «ci sono messaggi in codice anche per gli Ebrei. Evidente è lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio nel Salmo 71 (ora 72) si prediceva che al Messia sarebbe stato donato “oro d’Arabia” e che “i re degli Arabi e di Saba (Yemen) gli avrebbero offerto tributi”. Ed ecco l’adorazione dei Magi, che con il loro oro “legittimano” Gesù in base ai parametri biblici.»

Si ma, la cometa? Nel Libro dei numeri (Antico Testamento), si narra che ai tempi di Mosè, un indovino di nome Balaam aveva profetizzato: “Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spezza le tempie di Moab e il cranio dei figli di Set” (Nu, 24:17). Gli Ebrei avevano dedotto da quel versetto che il Messia, destinato a far trionfare Israele sui suoi nemici, sarebbe stato annunciato da un astro eccezionale. Ed ecco quindi che Matteo abbina la nascita di Gesù ad una stella, cometa secondo l’interpretazione corrente.

A questo punto però sorgono dei dubbi. Il primo è che il Vangelo di Matteo è l’unico a raccontare la storia dei Magi. Il secondo è che intorno all’Anno Uno nessuna cometa visibile ad occhio nudo si avvicinò alla Terra.

In realtà ci sono altri 4 testi antichi definiti apocrifi dalla Chiesa a parlarci di loro. Tre sono tardi (dal V secolo in poi): Vangelo arabo-siriaco, Vangelo armeno dell’infanzia e Pseudo-Matteo, ma uno no, perché scritto pochi decenni dopo il testo di Matteo, il Protovangelo di Giacomo.

Riguardo la cometa, si è certi della sua assenza. Si è portati ad ipotizzare che si tratti della cometa di Halley, tra le più brillanti e con un periodo di rivoluzione breve. Apparve nell’87 e nel 12 a.C., tornando nel 66 d.C., siamo quindi fuori dall’arco di tempo che a noi interessa. Intorno all’Anno Uno passò la cometa Encke, che però non fu visibile ad occhio nudo né a quell’epoca esistevano strumenti capaci di visualizzarla.

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