I Vichinghi - Parte
prima - pagina 3
Di nuovo Teodorico ebbe a che fare con i popoli scandinavi quando
si trovò a fronteggiare, sconfiggendoli verso il 490, gli eruli; scesi in Europa
dalla Danimarca, da dove erano stati scacciati dai dani. È interessante notare,
a proposito degli eruli, quanto riportato da Procopio, che li definisce:
«...avidi, violenti, spudorati, bestiali e fanatici: i più abietti e dissoluti
fra gli uomini...». (Gwjn Jones, p. 38)
Tali caratteristiche in seguito vennero spesso attribuite agli
aggressori vichinghi, ed ebbero, sempre secondo il Jones, un ulteriore avallo
nell'antico poema britannico intitolato Beowulf, dal testo del quale si
deduce che il nome di tale tribù, erul era assimilabile al britannico
eorl o jarl, dal significato di "guerriero di nascita nobile";
ovvero di stirpe di guerrieri ad oltranza. Il Beowulf, benché scritto nel
X secolo come epopea epica, e quindi forse non troppo attendibile dal punto di
vista storico senza un'analisi approfondita, resta una delle fonti in ogni caso
più ricche di descrizioni delle guerre e delle spedizioni che in quei secolo
videro affrontarsi i popoli dell'Europa settentrionale. Probabilmente esso
descrive i movimenti cui furono costrette le numerose tribù nordiche a seguito
dell'aumento demografico e della corrispondente involuzione dell'agricoltura.
Opera nata in ambiente cristiano colto, con conoscenze classiche, in un'epoca in
cui già si erano mostrate le capacità predatorie dei vichinghi, ha per
protagonisti i goti, nella figura del loro mitico re Beowulf e le loro imprese
nel VI secolo circa; quando essi, stanziati nella Svezia meridionale,
abbandonarono il proprio territorio per raggiungere la Danimarca.
Tra il VI e il VII secolo si assistette ad una serie di fatti
concomitanti nelle culture scandinave, che fornirono la base dell'imminente e
successiva espansione vichinga. Gruppi intraprendenti mossero verso l'interno
della penisola cercando di sviluppare l'agricoltura grazie all'abbondanza di
utensili da lavoro in ferro ormai a loro disposizione. Tuttavia, come si è
detto, il terreno deforestato non poteva rendere a lungo, e quindi dovette
presentarsi, nello spazio di poche generazioni, il problema di una diffusa
carestia, a causa della progressiva carenza di risorse e la pressione eccessiva
della popolazione. Fu nello stesso periodo che gruppi originari dei territori
scandinavi scesero nell'Europa continentale colonizzando nuove aree, e
insediandovisi. È il caso dei burgundi in Francia, probabilmente originari
dell'isola di Burgundarhol (Bornholm oggi), nel Mar Baltico; dei vandali,
provenienti da Vendsyssel, nell'odierna Danimarca (una delle prime terre
colonizzate dagli scandinavi), che arrivarono fino alla Spagna meridionale; dei
longobardi, giunti nell'Italia settentrionale dalla foce dell'Elba; degli angli
e dei sassoni, che dalla Germania settentrionale raggiunsero le isole
britanniche. Ma fu un'innovazione tecnologica a mettere nella giusta luce la
capacità di sviluppo dei gruppi scandinavi. Infatti, dai ritrovamenti emerge che
le navi a remi usate fino a quel momento per il trasporto nella penisola
scandinava, vennero sostituite in un breve volgere di tempo da battelli a vela
piuttosto grandi; che mantenevano lo scarso pescaggio, ma aggiungevano un ponte
coperto di tavole; pur restando prive di chiglia. Maggiore libertà di movimento,
dunque maggiore possibilità di allontanarsi.
Fonte: Tra l'inferno e il mare: breve storia economica e
sociale della pirateria (Anna Spinelli)
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