Abramo e le 12 tribù d'Israele
La storia di Abramo è il mito che sta alla base della fondazione
del popolo ebraico. Il testo biblico veniva tramandato oralmente, come accadeva
nel mondo antico e successivamente è stato riscritto e integrato dagli Ebrei
ogni volta che la loro storia lo ha reso necessario. Di conseguenza anche la
storia di Abramo ha subito questo processo di stratificazione fino a diventare
quella che oggi possiamo leggere nella Genesi. Il mito della nascita di un
popolo che adora un solo dio si fonda su un patto tra Yahweh e Abramo. Prima di
ciò, gli dei erano pressappoco un insieme di statuine che ogni capoclan portava
con sé nella propria tenda ed è solo dopo Abramo che apparve il dio di Israele,
Yahweh. |
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Arabi ed Ebrei sono due popoli semitici, cioè, secondo la Bibbia,
discendenti di Sem, uno dei figli di Noè, sono fratelli. Abramo ebbe due figli:
Ismaele (dalla schiava egizia Hagar) e Isacco (dalla moglie Sara). Dal primo
discendono gli Arabi, detti anche Ismaeliti o Agareni, dal secondo invece
discenderanno Giacobbe e i suoi figli (dieci avuti dalla prima moglie Lia e
dalle ancelle Bila e Zilpa, e i due prediletti, Giuseppe e Beniamino, dalla
seconda moglie Rachele), da cui saranno originate le 12 tribù.
Detto questo, dobbiamo stabilire da dove venivano gli Ebrei.
Secondo la letteratura egizia della fine del II millennio a. C. il termine
habiru (dall'accadico: "fuggitivi"), da cui forse potrebbe derivare Ibrî
(Ebrei), indicava una classe di contadini poveri che fuggivano per non diventare
schiavi e che si radunavano in gruppi o si univano alle tribù che abitavano i
margini del deserto. Importante è l'iscrizione che si trova su una stele del
faraone Seti I proveniente da Bet-She'an, nell'attuale Israele, in cui si legge
di tribù nomadi in lotta: habiru e "figli di Raham", tribù questa che potrebbe
aver avuto come antenato Ab-Raham ("padre di Raham"), cioè Abramo.
I 12 figli di Giacobbe (chiamato dall'angelo "Israele", cioè
"Uomo che vide Dio"), capostipiti delle 12 tribù d'Israele.
Ruben - "Ruben, tu sei il mio
primogenito, il mio vigore e la primizia della mia virilità, esuberante in
fierezza ed esuberante in forza! Bollente come l'acqua, tu non avrai preminenza,
perché hai invaso il talamo di tuo padre e hai violato il mio giaciglio su cui
eri salito" (Genesi, 49: 3-4). Ruben, primo figlio di Giacobbe e della sua
prima moglie Lia, perse il diritto alla primogenitura, che passò a Giuseppe,
primo nato dall'amata seconda moglie Rachele, per aver "conosciuto" (in senso
biblico) Bila, schiava del padre. La tribù di Ruben occupò i territori
transgiordani.
Simeone - "Simeone e Levi sono
fratelli, strumenti di violenza sono i loro coltelli. [...] con ira hanno ucciso
gli uomini e con passione hanno storpiato i tori. Maledetta la loro ira, perché
violenta, e la loro collera, perché crudele! Io li dividerò in Giacobbe e li
disperderò in Israele" (Genesi, 49: 5-7). Simeone e Levi erano
contraddistinti dall'ira e dall'estremismo. Questo lo si evince dal loro gesto
più emblematico, la crudele vendetta contro Sichem, il cui re osò rapire e
violare Dina, figlia di Giacobbe. Quando il popolo di Israele entrò in
Palestina, la piccola tribù di Simeone non riuscì ad impossessarsi della propria
quota di terra. Si stabilì in Giudea ma poi scomparve.
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