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Il Sannio contro Roma

Il cuore libero di un Impero

I Sanniti: un grande Popolo, forte e libero, che si oppose a Roma non per dominare e sottomettere l'Italia e il mondo, ma per difendere la propria libertà. Un Popolo che va ricordato oggi non solo come avversario di Roma ma come esempio di fierezza, di indipendenza e di dignità.

Per lunghi secoli il dominio dell'Italia fu conteso ai romani da un'altra grande popolazione peninsulare: i Sanniti. Nessun avversario sul suolo italico seppe dare più filo da torcere a Roma, nessuno fu così vicino ad avere la meglio su di essa nella lotta per la supremazia.

Forse, però, il maggiore alleato di Roma nella sua lunga lotta contro i Sanniti furono proprio i Sanniti stessi, per nulla interessati ad esercitare quella forma di spietata e onnivora supremazia in cui Roma si stava specializzando.

sanniti

I Sanniti, infatti, erano un popolo fortemente coeso, ma al contempo altrettanto fortemente pervaso da un radicato senso di indipendenza e da un profondo attaccamento alla propria libertà. Costituivano un impero, per potenza e per grandezza, e molte altre popolazioni vi si appoggiavano per alleanze e protezione, ma le singole realtà, anche nei momenti di maggiore crisi, non vollero mai rinunciare alla propria natura per creare uno stato unitario che inevitabilmente avrebbe prevaricato le singole realtà locali.

I Sanniti avevano anche forme di organizzazione sociale che equilibravano le sperequazioni e garantivano una certa equità nella distribuzione del reddito mediante, ad esempio, una grande apertura del diritto di pascolo.

Il centro di questo impero di uomini liberi era proprio in Molise.

Le fonti antiche, infatti, suddividono il popolo sannita in quattro principali unità tribali: i Pentri, i Carricini, i Caudini e gli Irpini, e la prima e più importante di queste tribù, i Pentri, appunto, abitava un territorio che corrisponde grossomodo all'attuale provincia di Isernia, a cavallo di due impervie catene montuose: quella delle Mainarde e il massiccio dei monti del Matese, con capitale la città di Bovianum, l'attuale Bojano.

I Pentri ci sono stati tramandati come un popolo forte e coraggioso, fulcro dell'identità politica e culturale sannita, tanto tenace che negli ultimi anni delle guerre contro i Romani, seppero sostenere praticamente da soli la montante marea delle sempre più numerose e agguerrite legioni. Le principali città dei Pentri, oltre la già citata Bovianum, erano Isernia (Aesernia), Montaquila (Aquilonia), Pietrabbondante (Bovianum Vaetus), Montagano (Fagifulae), Altilia (Saepinum), Trivento (Terventum) e Venafro (Venafrum), e anche centri attualmente in Abruzzo come Alfedena (Aufidena), e in Campania, come Alife (Allifae).

Il resto del territorio sannita si estendeva a nord, sui monti della Maiella, dove vivevano i Caraceni, la tribù meno numerosa della famiglia sannita. Ad occidente, ai confini con la Campania, erano stanziati i Caudini, nelle attuali province di Benevento e Caserta, che subivano fori influenze con le vicine popolazioni costiere campane e sono famosi perché sul loro suolo una coalizione sannita inflisse ai romani la più umiliante sconfitta della loro storia. Come è scritto in tutti i sussidiari di storia i romani, abilmente imbottigliati in una trappola naturale, furono costretti ad "inchinarsi" ai loro vincitori, passando uno dopo l'altro sotto ad un giogo: una lezione di non-violenza che i romani non dimenticarono mai, ma che mai neppure capirono.

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