Prima Tappa - La prima sosta era S.Elena
Sannita dove si faceva colazione: successivamente si raggiungeva Casalciprano,
si proseguiva per Campobasso facendo il Tratturo di Oratino e si arrivava a
Fontana Vecchia dove si mangiava per poi giungere in serata a Campodipietra.
Seconda Tappa - La mattina del 25 si percorreva
la Fondo Valle del Tappino per raggiungere il Fiume Fortore; si saliva su a
Celenza e a sera si arrivava a Casalvecchio per pernottare.
Terza Tappa - Il giorno 26
a mattina si ripartiva giungendo a Torre Maggiore, poi si proseguiva per
pernottare a S. Severo.
Quarta Tappa - La
mattina seguente si ripartiva giungendo a S. Marco in Lamis dove si visitava il
Santuario della Madonna di Stignano, il convento di S. Matteo e poi si sostava
la notte a S. Giovanni Rotondo.
Quinta Tappa - La
mattina la sveglia era alle ore 2.00, si ripartiva immediatamente per arrivare a
Monte S. Angelo alle ore 8.00. I pellegrini si confessavano, facevano la
comunione e poi si assisteva ai Vespri della sera.
Il mattino del 29 si partecipava a tutte le funzioni della giornata. Alle ore
16.00 del giorno stesso, con molta devozione si assisteva alla processione della
Spada di San Michele.
Verso sera si partiva per Manfredonia; la mattina si prendeva il treno
Foggia-Lucera dove, una volta scesi, si riprendeva il cammino per Motta
Montecorvino. Data la lunga sosta a Monte S. Angelo, un tratto di strada veniva
fatto con il treno, questo serviva per recuperare un po' di tempo. Di nuovo si
riprendeva il Tratturo per giungere a Campodipietra e per poi arrivare il giorno
seguente a Busso. La mattina seguente si doveva arrivare a Casalciprano, dopo
pranzo si ripartiva per S. Elena Sannita dove si pernottava. Ripartiti da S.
Elena Sannita i nostri familiari, sapendo del nostro rientro, ci venivano
incontro portandoci da mangiare, visto che le nostre scorte erano esaurite.
Recitando il Rosario, si giungeva al paese da cui eravamo partiti dieci giorni
prima; le campane suonando a festa annunciavano il nostro rientro.
Tutto ciò che ho scritto serve a far capire alla generazione di oggi la
devozione che avevamo a quei tempi e soprattutto l'amore verso il prossimo ». |