I Normanni
La fine della dominazione longobarda in Molise
La fine della dominazione longobarda ad opera dei franchi giunse in Molise in
ritardo e in modo diverso rispetto al nord d'Italia: i duchi longobardi si
sottomisero ai franchi che separarono il Molise dai territori tirrenici, per
istituirvi la contea di Marsia. Il feudalesimo era arrivato anche in Molise e la
contea molisana doveva proteggere i confini sud imperiali contro un nemico
storico, Bisanzio, e contro un avversario nuovo, i Saraceni.
Dopo l'anno Mille, però, i normanni, che i bizantini avevano assunto come
mercenari per le loro guerre ma si erano poi "messi in proprio", risalirono la
penisola da sud, e giunsero anche in Molise creando il Comitatus Molisii,
formato dalle
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diocesi di
Isernia, Venafro, Bojano, Trivento e Guardialfiera, con capitale Campobasso.
Il Molise, così, assunse il nome che porta ancora oggi, probabilmente dovuto ad
una famiglia normanna proveniente da Moulins-La Marche, attualmente capoluogo
del dipartimento dell'Orne, nella Francia settentrionale, che nel secolo X
apparteneva al ducato di Normandia. Il riferimento compare per la prima volta
nel 1053 a Bojano e da allora si è trasferito a tutta la regione.
Il feudo molisano nel 1143 entrò a far parte del regno di Napoli, con Ruggero
II, cui seguì il dominio Svevo con Federico II e poi quello degli Angioini e
infine degli Aragonesi.
In particolare gli Aragonesi, con Alfonso I nel 1447, incentivarono l'attività
di transumanza delle greggi con regolamentazioni e tutele, tanto da farla
diventare nuovamente, come già in epoca romana, il principale traino
dell'economia regionale, fornire al regno un'importante materia prima per i
rapporti commerciali con le altre nazioni, italiane prima (la Toscana
innanzitutto) ed europee poi: la lana.
Di questo complicato intreccio di vicende storiche rimangono in Molise tante
testimonianze, che si fondono l'una nell'altra, in quell'amalgama veramente
singolare che è il romanico molisano, stile che trova la sua più caratteristica
espressione nel duomo di Termoli, in provincia di Campobasso. La sua storia è in
qualche modo esemplare: su un primo nucleo risalente, pare, al VI secolo, che a
sua volta era stato costruito su un tempio romano, il duomo di Termoli come lo
possiamo ammirare noi oggi venne innalzato in stile pisano-pugliese nel XII
secolo. La parte più pregevole è costituita dai mosaici rimastici, risalenti al
Mille. Sempre a Termoli, è di notevole interesse il castello, del 1247, quanto
ci resta delle fortificazioni volute da Federico II. Romaniche sono anche la
chiesa della Madonna delle Grotte, con affreschi di notevole fattura, sita a
breve distanza dall'abbazia dei monaci benedettini di San Vincenzo al Volturno
in provincia di Isernia, un vero e proprio capolavoro dell'architettura
protoromanica e romanica, purtroppo vittima dei catastrofici terremoti dell'882
e del 1349. Degli edifici appartenenti all'abbazia ci sono stati tramandati un
monastero risalente nella fondazione all'VIII secolo, e una chiesa duecentesca:
di quest'ultima, l'elemento più significativo è la cripta di San Lorenzo,
costruzione del IX secolo interamente affrescata dai benedettini stessi e in
eccellente stato di conservazione.
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