2 levrieri

Statuto

Direttivo

Biblioteca

Accadde oggi

Dove siamo

Links

Contatti

Cerca nel sito

decorazione

Logo dell'Associazione Il Longobardo Sant'Angelo in Grotte

Visitatori online: 15

fiore medievale

 

blasone santanbgelo

Santangelo

Il computo del tempo

2. La misurazione del tempo

Anche il Robinson Crusoé di Daniel De Foe può essere considerato un primitivo del 1659.

«Fu, secondo i miei calcoli, il 30 settembre che posi piede, nel modo sopra descritto, in quell'isola tremenda.

Dopo dieci o dodici giorni, mi venne in mente che avrei perduto la nozione del tempo per mancanza di libri, penna e inchiostro e che avrei perfino dimenticato di distinguere i giorni di festa dai giorni feriali.

robinson crusoe

Per evitare questo, incisi con il coltello su di un grosso palo, a lettere maiuscole:

«Approdai qui il 30 settembre 1659»

Poi rizzai il palo in forma di croce e lo piantai sulla spiaggia.

Ai lati di questo palo squadrato, ogni giorno incisi con il coltello una tacca e ogni sette giorni, una lunga quanto tutte le altre messe insieme; e, una volta al mese, un'altra tacca più lunga, e così tenni il mio calendario, vale a dire il conto delle settimane, dei mesi e degli anni».


La misurazione del tempo con i movimenti dei corpi celesti fu probabilmente l'inizio dell'astronomia.

In inglese, la stessa parola "measure" (misura), come la parola "month" (mese) e forse la parola "man" (uomo - il misuratore), sembrano derivare da una radice che indica la luna ("moon").

Gli uomini misuravano il tempo in lune prima che in anni; il concetto di sole, fu una scoperta relativamente recente e ancora oggi la Pasqua viene calcolata secondo le fasi lunari.

I Babilonesi, ad esempio, dividevano l'anno in dodici mesi lunari, sei di trenta giorni e sei di ventinove; e poiché si avevano in tutto soltanto 354 giorni, aggiungevano di tanto in tanto un tredicesimo mese per metter d'accordo il calendario con le stagioni. Il mese era diviso in quattro settimane secondo le quattro fasi della luna.

Il giorno era computato non da mezzanotte a mezzanotte, ma da un sorgere della luna al seguente; veniva diviso in dodici ore, e ciascuna di queste ore in trenta minuti, così il minuto babilonese aveva la prerogativa di essere quattro volte più lungo di quanto il suo nome faccia supporre.